la skala, le onde dell’oceano (che vedevo per la prima volta), i negozi con il profumo del legno di tuia, la colazione sulla terrazza del riad, e i gabbiani che si posavano e prendevano quasi dalle mie mani il pane, e ne chiedevano ancora.
Sidi Kaouki, la spiaggia deserta, il cane che sonnecchiava nella sabbia,
La passeggiata con il dromedario, che può sembrare una cosa da turisti, ma guidati da Rachid, che tu già avevi incontrato anni prima, è stata al tempo stesso divertentissima ed emozionante. Mi piacciono i dromedari con quelle zampe che sembrano caramelle gommose che affondano nella sabbia, le orecchie morbide, il muso buffo. Io che avrei paura di salire su un cavallo, non ho esitato un attimo a montare in sella ad un dromedario.
Da lì l’escursione ad Ait Benhaddou, che già mi avevo colpito in fotografia su una guida, la maestosità della kasbah.
Infine l’ultima tappa, Marrakech, con il suo caos, la piazza Djemaa el Fna, dove ti sei fatto coraggiosamente mettere al collo un serpente per permettermi di fare una foto,
i suk,con i colori e i sapori, dove tutto per i nostri sensi è amplificato, gli acquisti dei souvenirs, le nostre babouches e le spezie
Questo è solo un concentrato di quanto è stato vissuto, non ci sono parole per descrivere bene tutto quanto, solo dentro di noi sappiamo quanto è stato importante questo viaggio, le emozioni che abbiamo, e quanto ci fa commuovere ogni volta che lo ricordiamo. So che ogni nostro viaggio sarà una scoperta, un’emozione piccola o grande, e spero di farne ancora tanti con te.
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